Carissimi amici,

settimana di verifiche. Mi sono spostata spesso con i pullmini-taxi, a piedi e con la jeep delle suore. Riprendere a guidare la jeep è stato come rimontare in bici. Vai, ma ti stronchi a cambiare marce a girare lo sterzo e, senza sospensioni, sulle buche nelle piste sterrate, un delirio. Con Margareth si arriva dappertutto. Si lascia la jeep al lato del sentiero principale e si prosegue a piedi e si cammina, si cammina e, nascoste nella foresta, si incontrano capanne e casupole dove all’interno si va solo per dormire su di un sacco di cenci o su materassi di gommapiuma, per lo più uno per tutti i bambini e uno per i genitori, quando ci sono, se invece c’è una nonna e tanti bambini allora si risparmia: un materasso per nonna e nipoti. Il cibo si prepara in terra sul fuoco. Per il bagno…non ho chiesto. Si spazza davanti alla casa e lo spazio antistante, in terra rossa battuta, è sempre pulito e in ordine ed è lo spazio dove si vive. Si consumano i pasti su di una stuoia per terra, i bambini giuocano, le mamme o le nonne sonnecchiano nei pomeriggi, è lì che la notte si accendono i fuochi e si parla accovacciati con i vicini (l’elettricità non arriva nella foresta). Al sabato quello spazio diventa cucina, bagno, lavanderia, stenditoio, tutto insieme. Si procurano diverse taniche di acqua (generalmente sono i bambini che vanno a prenderla alle pozze o nei fiumiciattoli, talvolta lontanissimo) poi si tirano fuori delle grandi bacinelle di plastica colorate e ci si infilano bambini e poi adulti per delle belle strigliate settimanali. Si cambia acqua finalmente e si lavano tutti i panni di casa. Se ci sono fili, si tende sui fili, altrimenti per terra sull’erba e sui banani. È uno spazio ‘polivalente’, ‘multifunzionale’ come direbbero gli architetti. Il clima lo permette ma quando piove, piove forte, allora ci si stringe tutti ammucchiati all’interno in spazi strettissimi. Dietro lo spazio polivalente, cioè dietro la casa, se muore qualcuno in famiglia, ci si sotterrano anche i propri morti.

Siamo andate a vedere a che punto erano i lavori della casa che un amico di Gocce di Vita ha voluto regalare, in ricordo di un amico, ad una famiglia in grave emergenza: una casetta in mattoni. L’emergenza c’è tutta. Dopo pochi giorni dal nostro arrivo in Uganda abbiamo dato inizio ai lavori per la famiglia composta da una nonna a cui sono stati affidati 4 nipoti piccoli che vivono con lei in una casa di fango che si sta disfacendo. Ebbene i lavori della casetta in mattoni sono già a buon punto e fra un paio di settimane sarà finita. Speriamo che quella di fango regga fino ad allora. Mi domando poi con quale cibo quella nonna tutti i giorni sfami quei quattro bambini, perché ovviamente lei non lavora neppure un pezzetto d’orto. Ho dato del denaro per una spesa di 3 o 4 giorni ma… come si fa? Come si fa a tollerare tutto questo? Ancora peggio è quando siamo costretti a fare una scelta: chi aiutare chi no. Valutare chi sta meno peggio e allora si sceglie per grado di emergenza: pesi che ci si trova a fronteggiare, esami di maturità e di forza interiore. Ma…ci sono dei giorni…

Siamo andate a fare visita anche a Susan, mamma di 8 bambini, quest’anno ne ha avuta un’altra. Lei vive con il marito e i 9 bambini in un casupola di mattoni nel villaggio, nella zona più povera. In questo caso poco spazio davanti a casa e dentro casa stesso concetto abitativo. Ci siamo infilate fra queste casupole in viottoli stretti, sterrati e bagnati (meglio non chiedersi: bagnati di cosa) e l’abbiamo trovata con l’ultima nata e, come una chioccia, con tutti i bambini intorno. Lei bellissima e fiera, i bambini tutti belli e dolcissimi ma sporchi di terra e con gli abiti tutti strappati. Anche a lei Gocce di Vita con la collaborazione de ”La Stanza Accanto”, altra associazione, a forza di gocce le sta cambiando la vita…

Sono due giorni che nella notte piove, penso a quella nonna con la casa di fango e mi si stringe lo stomaco, ma quest’acqua così abbondante ci voleva, tutti l’aspettavano con ansia: da Novembre non una goccia. Al nord, in Karamoja, c’è savana e le tribù che vivono di pastorizia sono allo stremo. Sono tribù che rifiutano il progresso e interferenze, con usanze che risalgono al tempo di sempre. Non vogliono elettricità, niente strade, negozi e villaggi, vivono nella savana in capanne di paglia e legno per gruppi familiari di quattro o cinque capanne circondate e protette da recinti di arbusti. Privacy. Sono collegati fra loro e costituiscono tribù abbastanza numerose. La razza è molto bella, fieri, alti, magri gli uomini indossano coperte coloratissime blu smalto, rosse, verdi a mo’ di pepli e il lungo bastone al quale si appoggiano indica che la loro principale attività è la pastorizia. Quindi niente pioggia da mesi, niente erba o paglia, tutto bruciato, un’ecatombe di bestie e previsioni catastrofiche per le persone, sui quotidiani circa 2.000 morti per fame in Karamoja. Ora si spera che la pioggia abbia riattivato il circolo vitale e la situazione stia migliorando.

Oggi ho effettuato i pagamenti per la Scuola di Agricoltura che apre le iscrizioni lunedì per il nuovo anno scolastico. C’è grande attenzione per questa scuola professionale che offre ai giovani prospettive future. Lo scorso anno su 10 diplomati in agricoltura, 7 hanno già trovato lavoro. Con il denaro portato si dà inizio al completamento dei dormitori della scuola, all’allestimento di letti e alla costruzione di un edificio esterno adiacente per i bagni delle ragazze e dei ragazzi. Il tutto viene collegato ai pannelli solari esistenti per l’elettricità e ai depositi di acqua piovana.

Vedo i risultati del nostro impegno ed è davvero tanto quello che stiamo realizzando con Gocce di Vita, grazie alla vostra partecipazione agli eventi che si organizzano durante l’anno con cui riusciamo a raccogliere denaro per questi progetti importanti.

Ho cominciato a fare cartella… una tragedia… valige che non ne vogliono sapere di chiudersi e la gente qua intorno che continua a regalarmi cose e frutta da portarmi in Italia. Mi peso e mi ripeso per rispettare il limite che la compagnia aerea impone, vediamo cosa eliminare.

Parto domani, ho finito il mio lavoro di quest’ anno in Uganda. Lascio iniziative concrete realizzate e da parte di tutti, qua, una grandissima considerazione per Gocce di Vita.

Si può fare tanto con poco e tutto questo ci stimola a continuare a lavorare per perseguire i nostri obiettivi: contrastare migrazioni disastrose e offrire opportunità di sopravvivenza nella propria terra vicino alla propria famiglia.

Domani devo affrontare un viaggio di rientro di quasi 20 ore…vado a dormire.

Ci vediamo presto! Un abbraccio a tutti.
Daniela