La salute dei piccoli

Ogni anno Gocce di Vita si occupa di un progetto concreto e pratico per aiutare le persone del territorio in cui opera.

A gennaio è partita la seconda parte del  nostro progetto relativo alla salute dei bambini. L’anno scorso ci eravamo occupati con grande soddisfazione della loro vista. Quest’anno invece un’équipe di pediatri volontari ha verificato lo stato dei piccoli nel distretto in cui Gocce di Vita lavora attualmente, per individuare eventuali malattie neonatali ed esaminare lo stato di salute dei bambini che va dagli zero ai 12 anni.

I nostri volontari pediatri hanno visitato tantissimi bambini, tutte le mamme volevano che i loro figli fossero visitati dai nostri pediatri.

Per saperne di più leggi le impressioni di Andrea e Anna.

Prossimi progetti
Per i prossimi progetti ricerchiamo volontari pediatri, ginecologi, ostetriche, personale specializzato che voglia andare in Uganda per brevi periodi in modo da formare i loro specialisti.

Relazione e impressioni di viaggio di Andrea e Anna

Kisoga, Uganda. 18 Febbraio 2020

Siamo arrivati che era già sera, abbiamo scoperto che in Uganda viene buio presto, non abbiamo visto molto durante il percorso dall’aeroporto a Kisoga. Siamo stati accolti in quell’oasi bellissima che è il centro delle suore Mantellate di Maria, alloggiati nella nuovissima e accogliente casa per gli ospiti da quel momento coccolati e accuditi amorevolmente da suor Giuditta, suor Gemma, le altre sorelle del Centro e… da Daniela!

Il primo giorno abbiamo subito visitato l’ambulatorio delle suore dove ogni giorno decine e decine di persone vengono a farsi curare, abbiamo conosciuto chi lo gestisce, Mowenge e Solange, due bravissime suore congolesi, Evelyn, che gestisce la piccola farmacia, che in occasione del nostro arrivo Gocce di Vita aveva provveduto a rendere fornitissima acquistando ogni specie di farmaci pediatrici.

Francis,bil tecnico di laboratorio, instancabile, tutti i giorni chinato sul microscopio a cercare quei maledetti plasmodi negli strisci di sangue dei bambini con la malaria!

Non abbiamo perso tempo. Sapevamo che nei giorni precedenti il nostro arrivo si erano tenute numerose “riunioni” organizzative per pianificare il nostro lavoro, non sapevamo però cosa esattamente ci aspettava.

Ma ci aveva pensato Margareth, l’efficientissima assistente sociale, a riempirci le giornate!

Averne di assistenti sociali così! Conosce la realtà del luogo meglio di chiunque, sa chi sono i più bisognosi di aiuto, conosce chi vive in capanne fatiscenti in mezzo alla foresta, in piccoli villaggi che ad arrivarci con la jeep è un’impresa, conosce i bambini, tanti…
Noi eravamo lì per loro, aderendo al Progetto Pediatrico di Gocce di Vita, e abbiamo scoperto che ci aspettavano. Eccome!

I primi giorni siamo andati a visitare i bambini in tre scuole, in tre diversi villaggi lungo le rive del lago Vittoria, perché quei bambini non avrebbero potuto raggiungere l’ambulatorio delle suore.

Ci vuole coraggio a chiamarle scuole! Se non ci fossero stati lavagne, banchi e panche, quelle baracche non avevano certo la sembianza di scuole!

Ma bambini ce n’erano tanti! Bellissimi! Ci accoglievano sempre in modo così festoso che non sembrava fossimo lì per problemi sanitari ma per fare festa con loro.

Il programma era che dovevamo visitare i bambini con problemi, selezionati dagli insegnanti, in una delle aule dove abbiamo improvvisato un ambulatorio.
Abbiamo iniziato con alcuni bambini della scuola, ma poi fuori la fila si allungava, venivano le mamme dai villaggi vicini, volevano tutti essere visitati dai medici bianchi…anche se avevano solo un po’ il naso chiuso e qualche colpo di tosse… Ne abbiamo visitati decine, centinaia…

In un’altra scuola ci siamo organizzati con un tavolo e visitavamo all’aperto.

In verità dobbiamo dire che bambini con problemi gravi ne abbiamo visti davvero pochi… Il problema principale che abbiamo trovato era la malaria, nelle diverse forme cliniche e gravità, le infestazioni intestinali da vermi, visto che l’igiene è davvero un grosso problema e la tigna, un fungo che rovinava le loro tipiche capigliature e si diffondeva rapidamente per contatto, anche questo per mancanza di igiene.

Tanti bambini abbiamo visitato, pochi avevano paura di noi, molti erano stupiti, tutti volevano comunque essere visitati, volevano la nostra attenzione! Non era facile comunicare con loro, con le loro mamme… anzi per noi impossibile, molto pochi erano quelli che conoscevano qualche parola in inglese.

C’erano con noi alcuni studenti di medicina venuti apposta da Kampala, erano stati informati della nostra presenza e sono venuti ad aiutarci.

Erano loro che parlavano con le mamme e i bambini e insieme visitavamo i bambini.

L’esperienza nelle scuole ci ha fatto capire che era meglio concentrare la nostra attività nell’ambulatorio delle suore a Kisoga dove avevamo disponibili strumenti e farmaci. Il prete di Kisoga a fine messa la domenica ha comunicato ai fedeli che in ambulatorio dalle suore c’eravamo noi per visitare i bambini. La notizia si è rapidamente diffusa. La mattina alle 9, dopo colazione ci siamo recati in ambulatorio: decine e decine di mamme e bambini erano li in coda, seduti sulle panchine, per terra, ad aspettarci.

E così abbiamo trascorso il resto del nostro soggiorno in Uganda.

Ogni mattina visitavamo decine di bambini e anche qualche adulto, con l’aiuto di Mwenge e Solange. Francis diagnosticava i casi di malaria che noi trattavamo subito con iniezioni in muscolo o in vena ed Evelyn forniva alle mamme farmaci e istruzioni per continuare le terapie a casa o fissava gli appuntamenti per i giorni successivi.

Arrivavano pazienti dai villaggi vicini dopo ore di cammino o per mezzo dei taxi locali (pulmini da noi omologati per 8 persone che qui ne stipavano ben più del doppio) o arrivavano in 3-4 sulle motociclette.

Margaret ha organizzato che le maestre portassero i bambini bisognosi di visita dalle scuole dei dintorni e così arrivavano tutti insieme, con le maestre, decine, vestiti con le loro divise colorate, bellissimi!

Pochi davvero ammalati, ma per loro, anche qualche colpo di tosse era un motivo più che valido per venire loro a visitare noi! Comunque abbiamo visitato tutti, trattato le febbri, i mal di pancia, le infezioni fungine, i vermi intestinali e tanti, tanti casi di malaria. Venivano tanti bambini perché sapevano che c’eravamo noi. Ma ogni giorno in questo piccolo ambulatorio vengono decine di persone, di tutte le età, con problemi anche gravi.

Era triste quando capitava qualche bambino con una grave patologia, a volte malformazioni congenite, malattie neurologiche conseguenti a problemi alla nascita o malattie genetiche, situazioni per le quali poco potevamo fare con i mezzi disponibili lì. Cercavamo di indirizzarli, con l’aiuto di suor Giuditta, verso qualche Centro più specializzato, dove però tutto aveva un prezzo. E quasi nessuno poteva permetterselo.

Eppure quella che abbiamo visto era una povertà che definirei dignitosa, non si vedeva la miseria di certi paesi dove si muore di fame, qui a Kisoke e nei villaggi che abbiamo visitato la gente vive con poco, è abituata così; l’igiene è un optional, l’acqua potabile vanno a prenderla con le taniche dove ci sono i pozzi, ma si vedevano bambini che giocano felici, un po’ sporchi, mezzi nudi, ma felici.

Non abbiamo visto bambini malnutriti, per fortuna la natura in quei luoghi è generosa. Per loro avere un punto di riferimento come l’ambulatorio delle suore è prezioso, sanno che lì qualcuno si prende cura di loro, ricevono attenzione e medicine. L’alternativa sono ambulatori improvvisati, gestiti da personaggi poco onesti perché si presentano come medici, esercitano come tali e si fanno pagare, ma non lo sono.

Per fortuna (scusate un po’ di sarcasmo) c’è Emergency, che con Renzo Piano ha costruito ad Entebbe un ospedale intero per la chirurgia dei bambini, sulle rive del lago Vittoria in mezzo al nulla! Una meraviglia architettonica che noi possiamo invidiare, ma che in tutta onestà mi chiedo come funzionerà.

L’Ospedale avrebbe dovuto essere inaugurato in Marzo ma il COVID-19 ha bloccato tutto… anche lì.

Andrea e Anna