Il funerale

Stamattina appena ho incontrato Margareth per il controllo delle adozioni, mi ha chiesto se insieme a Silvia, nel pomeriggio, volessimo assistere a un funerale. Chiaramente… abbiamo accettato e ringraziato per l’opportunità regalataci!

Siamo partite prima con un taxi poi abbiamo preso un bodaboda, distava abbastanza dalla missione.
A un certo punto abbiamo capito di essere arrivate dalla quantità di gente presente…
Era morto (sembra di aids) il padre (giovane) di una famiglia protestante, e ad accoglierci è arrivata la moglie e i 6 figli.

Il funerale si è svolto nel loro giardino, in un’atmosfera tutt altro che triste… si stava allestendo un vero e proprio banchetto con tanto di musica, autoparlante, casse ecc. ecc. In una piccola stanza della casa c’era il corpo del defunto, coperto da un lenzuolo, con intorno delle donne e un via vai continuo di gente che si affacciava a volto basso. Soltanto le donne sedute all’interno della stanza piangevano mentre gli altri chiacchieravano come fossero ad una festa!

Ad un certo punto il corpo è stato portato fuori da 4 o 5 uomini avvolto in tantissimi lenzuoli. La cura nel ripiegarli attorno al defunto è stata incredibile, avvolgendolo completamente. Per ultimo è stato avvolto in 2/3 strati di un tessuto tipo iuta per poi adagiarlo in una bara di legno uguale alle nostre. Durante tutta la preparazione della salma il prete ha cantato insieme a tutti i presenti e alla fine ha fatto una sorta di predica nella quale (ci ha tradotto Margareth) parlava della povertà e del fatto che i ricchi devono aiutare i poveri… e qui ha fatto notare la presenza mia e di Silvia che siamo venute qua ad aiutare un popolo povero (se Margareth non avesse tradotto non avremo capito nulla!).

Alla fine della predica, dopo che il prete ha scelto il figlio più grande come successore del padre morto, si sono susseguite tantissime persone (a pensarci bene erano solo uomini) che hanno “salutato” il defunto con un discorso tutto scritto su dei fogli.

Tutta la cerimonia è durata circa tre ore. Nel frattempo tutto intorno cuoceva l’impossibile in dei grandi pentoloni appoggiati sulla brace! Matoke, fagioli, carne, riso, kasava… insomma di tutto!

La salma è stata portata poi con un furgoncino, sul quale sono saliti, credo, i parenti stretti (che piangevano visibilmente) presso un terreno dove erano state già sepolte altre persone appartenenti allo stesso clan.

Siamo rimasti un po’ in disparte anche perché cominciava a piovere, ma ho visto che una volta calata la bara nella fossa ci è stato adagiata sopra una rete elettrosaldata e poi la terra.

La cerimonia è poi continuata nuovamente a casa della famiglia dove hanno offerto anche a me e a Silvia il cibo bollente da mangiare chiaramente… CON LE MANI! Non so se sono strana io, ma ho trovato la cosa fantastica… certo, non devi pensare a nulla altrimenti non mandi giù neanche il primo boccone… ma vedere che ti accettano come una di loro è fantastico.

Grazie Africa…

Un abbraccio
Alessandra